di Luciana Rassati
Opera "Giardino dei monelli" del M° Gabriele Poli - |
Il M° Gabriele Poli è un pittore dalle mille sfaccettature e di forte emozionalità. "Fare arte per me è ricevere stimoli, raccogliere suggerimenti, stare in disparte ma non sconnessi. Cercare di trasformare per quello che ci è possibile tutta questa negatività che ci sta intorno."
La pittura dell'artista Gabriele Poli ricca di colori e contrasti di luci, è il risultato di una costante e continua ricerca metodica e minuziosa che coglie dalla realtà, dal quotidiano, dal territorio in cui vive e dalla gente del suo tempo, catturandone gli stimoli emozionali.
Tappe cromatiche: "Gruppo" - acrilico su tela 100 x 120 cm. (2012) |
INTERVISTA
Ogni suo dipinto rappresenta sempre qualcosa di straordinario ed affascinante. Qual' è la motivazione primaria che la conduce a dipingere?
La mia arte nasce da un' esigenza esistenziale e si esprime nella scommessa che ingaggio con la realtà della mia zona nella più cruda quotidianità.
Sono nato a Baggio, ora periferia di Milano, in un territorio marginale rimasto per molti anni sospeso tra città e campagna. Credo che ciò abbia favorito una certa mia eccentricità nel vedere il mondo.
La mia vocazione artistica nasce osservando mio padre dipingere e privilegiare un certo sistema comunicativo.
Attratto poi dal futurismo "biologico" di Umberto Boccioni e l' infinita malinconia cosmica di Osvaldo Licini, sviluppo quindi un mio linguaggio personale.
Quanta importanza ha il disegno nell' elaborazione dei processi artistici?
Ritengo che il disegno rappresenti una componente basilare nell' elaborazione dei processi artistici, un' esperienza fondativa imprescindibile per lo sviluppo dei processi visivi, anche se al momento attuale, quello che metto sulla carta non è progetto delle tele, posso dire che i travasi dall' una all' altra pratica sono continui e inseparabili.
Come si è evoluto nel tempo il suo modo di dipingere?
Partendo dai primi anni '90 il periodo della Meriggia per me fu fecondo di stimoli e incontri.
Il mio peregrinare intorno alla Cascina Meriggia fu alla scoperta delle discariche che nottetempo fiorivano nei campi incolti: macerie e rottami di mobili e suppellettili abbandonate, elementi carichi di segni e memorie private.
L' osservazione di quegli oggetti, metabolizzati dalla vegetazione, rimossi e marginalizzati ma nel mio sguardo in grado di emozionarmi e rinnovarsi sorprendentemente a nuova vita, suggerirono in me un' immersione in un mondo di linfe e fluidi periferici carichi di stimoli formali ed esistenziali.
Oggi nel mio fare sono ormai distante da quelle esperienze iniziali, tuttavia ad esse conseguente, in movimento lungo linee che non si sono mai interrotte. Un filo molto robusto che collega l' attenzione per il "sociale" dei miei lavori d' esordio con l'odierna "scoperta" delle discariche urbane secondo me esiste.
Quando dipingo sento presenti echi del mio essere nato in Lombardia. Il colore della mia regione, insieme con il senso della storia, rappresentano il substrato dell' attenzione per tutto ciò che cambia, cresce, scompare; per tutto quanto testimonia il passato e allude al futuro.
Nelle mie opere più recenti il manifestarsi di un soggetto figurativo più esplicito ha tolto in un certo senso il carattere pratico che conferivo alla matericità informale delle mie prime opere degli anni '90.
I cicli pittorici "Tappe cromatiche" con la rappresentazione di corse ciclistiche, degli "Angeli di periferia" con il disagio e l' emarginazione, i "Muri", i "Territori dell' amore", sono percorsi nei quali tendo a includere sempre il fattore dinamico del sentimento e dello stato d' animo, affiancato ad una continua ricerca sui materiali.
Tutti i materiali utilizzati nel processo creativo anche quelli inusuali, debbono sempre essere finalizzati alla efficacia della relazione tra pensiero e materia.
Questo è ciò che tendo ad insegnare anche ai miei allievi durante l' attività didattica che svolgo.
Chi osserva un suo dipinto in che modo deve guardarlo?
L'opera d'arte deve essere sempre in grado di evocare un sentimento originario dal quale
l' osservatore sia in grado di intraprendere un personale e condiviso percorso di conoscenza.
Bisogna portare l'immagine al confine della comprensione, senza però saturarlo, in modo che il suo significato emerga dalla relazione con chi la guarda. Spero che chi si accosta alle mie opere si possa rendere conto di quanto infinito si possa racchiudere semplicemente nello spazio materiale di un gesto.
Nel mio immaginario l' osservatore stesso rappresenta una parte attiva del processo di trasformazione, di crescita dei miei dipinti.
Vorrei un osservatore corresponsabile, persino complice del mio fare artistico.
NOTE BIOGRAFICHE
Il M° d'Arte Gabriele Poli |
Gabriele Poli vive e lavora a Milano, dove è nato nel 1957 e dove si è diplomato in pittura
all' Accademia di Belle Arti di Brera nel 1979.
Attualmente è docente di ruolo di Discipline Pittoriche presso il liceo artistico Lucio Fontana di Arese.
Dai primi anni '70 comincia la sua attività espositiva partecipando a numerose mostre e rassegne di pittura nazionali e internazionali.
Tra le mostre personali più recenti ricordiamo:
"Studi e Percorsi", Galleria Cortina, Milano 2019
"Orchestra Celeste", III Masterclass Internazionale: Installazione arazzi dipinti nel borgo
Villa Faraldi (Mi) 2018
"Sinergie Parallele, Spazio Emmaus, Milano 2013
"Percorsi Cromatici", Studio Bazzini, Milano 2012
"Tappe cromatiche", Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo (CO) 2012
"Territori della Luce", Palazzo Municipale, Merate 2011
"Angeli, Muri e Paesaggi", Studio d' Arte Bazzini 15, Milano 2011
"Anges de balie", Orenda Art International, Parigi 2010
"la zattera della Medusa", Spazio Tadini, Milano 2009
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Sue opere sono presenti in permanenza in diversi luoghi pubblici milanesi tra i quali:
Museo d' Arte Contemporanea Paolo Pini di Milano, installazione esterna e pannello dipinto, 2016
"Il Mercatino di Baggio", struttura dipinta Il Portale della Periferia, 2013
Sede provinciale CISL di Milano - Sala Congressi, La Medusa delle Periferie, 2009
Pio Albergo Trivulzio, I colori dell' angelo, 2007
Ospedale Fatebenefratelli, Trittico dei sentimenti, 2006
Asilo dei Monelli, Martinitt di Milano, decorazione pavimentale, 2005.
Opera: "Territori dell' amore" - acrilico su tela 82 x 164 cm. (2008) |
CONTRIBUTI CRITICI
Il critico Walter Venanzio così lo descrive: Libero nel pensiero e nella mente, senza legami di stili o appartenenze se non solo all' apparenza, ama studiare i percorsi dei colori e della luce che vanno ad integrarsi nella rappresentazione delle sue responsabilità sia estetiche quanto artistiche.
Ogni quadro nasce determinato, in quanto già esistente in natura e rappresenta il mondo sensibile.
Su queste basi prende forma e consistenza una pittura forte, decisa e abilmente realizzata.
L'artista tramite il pensiero e i metodi elabora percorsi e tappe mentali che poi si traducono in opere che si nutrono di luce propria, di passione, d' intensità e per finire di forte emozionalità.
Tutto questo è Gabriele Poli; un artista che, tramite l'arte, comunica il suo essere.
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Il critico Giulio Dotto di lui scrive: Gabriele Poli è un artista che sente molto le tensioni, non solo le sue ma anche quelle della gente che lo circonda. E, basta osservare i suoi quadri per capire quanta serenità ed umanità si sprigionano dalle tele.
Una sensazione che non è difficile da cogliere perché basta puntare lo sguardo sulla fluidità della materia che si apre formando ampi spazi di luce che "picchia" violentemente sull'occhio come se fosse un'esplosione vulcanica.
Ma qui la lava si concentra per creare figure sfuggenti molto spesso riconducibili a crocefissioni, orizzonti inquieti e aree metropolitane che sembrano essere riprese da satelliti.
Mondi affascinanti che portano serenità e tranquillità.
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