Il Castello di Torrechiara in Val Parma


Il Castello di Torrechiara è un esempio di architettura castellana quattrocentesca tra i più significativi e meglio conservati in Italia. Fu costruito tra il 1448 e il 1460 da Pier Maria Rossi.

Collocato sulla cima di un colle roccioso panoramico alle porte della Val Parma, è affiancato dal piccolo borgo medievale di Torrechiara, frazione di Langhirano in provincia di Parma.
Sorge sulle rovine di una precedente costruzione, citata nei documenti del sec. XIII come domus (semplice casaforte), di cui sono visibili pochi resti nella Sala del Pergolato. Seppure ubicato in collina, presenta l'impianto regolare tipico dei castelli di pianura. Il Castello e l'antico borgo si elevano di circa 80 m. rispetto al fondovalle dove scorre il torrente Parma.

La rocca è difesa da tre cerchia di mura e da quattro torri angolari (Leone, Giglio, S.Nicomede e della Camera d'Oro) con beccatelli e caditoie (apparato di difesa piombante o a sporgere). L'impianto originario si conserva pressoché inalterato poiché il castello non fu concepito unicamente come costruzione fortificata, fulcro del controllo sul territorio, ma anche come dimora di una corte nobiliare comprendente presenze femminili.

Il compromesso fra la funzione militare e quella residenziale l'ha preservato dagli stravolgimenti strutturali e dalle aggiunte comuni a molti edifici nati come fortilizi o cittadelle e successivamente modificati per ricavarne abitazioni nobiliari, al termine delle lotte feudali. Il castello alla morte del Rossi, passò al legittimo figlio Guido, poi fu oggetto di aspre contese, più volte assediato ed espugnato, passò in varie mani (Lodovico il Moro, Pietro di Rohan, Pallavicino, Sforza di Santa Fiora, Sforza Cesarini, Torlonia, Cacciaguerra). Acquisito dal demanio statale nel 1912, dopo la deprecabile dispersione degli arredi originali ad opera dell'ultimo proprietario privato, attualmente è un Monumento Nazionale gestito e tutelato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, polo museale dell'Emilia Romagna.




Dal quadrangolare cortile d'onore, impreziosito da logge e porticati con capitelli in arenaria e cotto, si accede alla cappella di corte o cappella di S. Nicomede. Successivamente si incontrano alcune sale affrescate a "grottesche",  motivi tipici del sec. XVI. Salendo al piano nobile, dal salone degli Acrobati si arriva alla Camera d'Oro, realizzata nel 1463.




Qui è narrata la storia dell'amore tra il Rossi e Bianca Pellegrini, conosciuta alla corte milanese. Formelle in terracotta, in origine dorate e dipinte, rivestono le pareti con i motivi degli stemmi, dei cuori e delle iniziali intrecciate degli amanti.




Dal loggiato della Camera d'Oro, armonica aggiunta cinquecentesca, è possibile godere di una panoramica veduta del torrente, delle colline con i vigneti e della vicina badia, il complesso abbaziale, posto sulla riva del torrente Parma.

 

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