Michelangelo Merisi nasce a Milano il 29 settembre 1571. Nel 1584 si forma presso la bottega del pittore Simone Peterzano, allievo di Tiziano Vecellio e da lui rimane fino al 1588 dove apprende il realismo lombardo e il rinascimento veneto.
Durante i viaggi effettuati a Venezia con il Peterzano, conosce l' arte del Tintoretto.
Poco si sa dei suoi movimenti tra la fine del 1588 e il 1591, anni in cui completa la sua formazione in Veneto e Lombardia.
L’ultimo documento che colloca la presenza del Merisi in Lombardia risale al primo luglio 1592.
Nulla si sa di questi quattro anni tra luglio 1592 e marzo 1596.
Stando ai primi biografi fu costretto a fuggire dalla Lombardia, dopo aver scontato un anno di carcere per aver ucciso un suo compagno in un oscuro episodio.
I primi anni a Roma sono durissimi. A vent' anni è a bottega dal siciliano Lorenzo Carli, poi da Antiveduto della Gramatica, infine dal potente Giuseppe Cesari (Cavalier d’Arpino).
Quest' ultimo gli affida l' esecuzione di quadri di genere, rappresentanti fiori o frutta. Il Merisi inventa un suo particolare repertorio, dipingendo giovani presi dalla strada e messi in posa con cesti di frutta e oggetti di vetro.
Il Bacchino malato è tra i primi dipinti dell' artista, oggi alla galleria Borghese di Roma, dipinto intorno al 1591. Sempre nel primo periodo della sua attività dipinge il Giovane con cesto di frutta e Bacco.
Uscito dalla bottega di Cesari, prova a mettersi per suo conto aiutato dall’ amico Prospero Orsi e dal rigattiere Costantino Spada che lo aiuta a vendere le sue opere.
La svolta della sua vita arriva quando Prospero Orsi lo segnala al potente Cardinal del Monte che lo immette in un ambiente culturale molto più stimolante.
In questo periodo l' artista esegue la Testa di Medusa, L' amore vittorioso, San Giovanni Battista, Giuditta e Oloferne. A partire dal 1599‐1600 diventa uno dei pittori più ricercati di Roma, le commissioni pubbliche e private si susseguono, come però anche le risse che lo costringono a fuggire da Roma a Genova nell’ agosto del 1605 e poi, con l’uccisione, a causa di un diverbio di gioco, di Ranuccio Tomassoni nel 1606, a vivere per quattro anni in esilio, tra fughe, agguati ed evasioni.
Prima si reca a Napoli (1606/1607), poi va a Malta (1607/1608), dove a causa dell’ennesima lite, viene imprigionato, riuscendo però a evadere.
Fugge in Sicilia (1608/1609), poi va di nuovo a Napoli (1609/1610). Qui esegue opere come Davide con la testa di Golia e Salomè con la testa del Battista.
Nell’estate del 1610 si imbarca per raggiungere l’amata Roma su una feluca, dove però non riuscirà più a fare ritorno, forse sperando ancora di raggiungere quella Roma che gli aveva dato onori e riconoscimenti.
Una vita tormentata quella del Caravaggio, una parabola che si compie in meno di 39 anni.
L' artista muore in solitudine di "febbre maligna" il 18 luglio del 1610 in un ospedale di Porto Ercole. Pochi giorni dopo arriverà la grazia con il permesso di ritornare a Roma.
Durante i viaggi effettuati a Venezia con il Peterzano, conosce l' arte del Tintoretto.
Poco si sa dei suoi movimenti tra la fine del 1588 e il 1591, anni in cui completa la sua formazione in Veneto e Lombardia.
L’ultimo documento che colloca la presenza del Merisi in Lombardia risale al primo luglio 1592.
Nulla si sa di questi quattro anni tra luglio 1592 e marzo 1596.
"Fanciullo con canestro di frutta" |
I primi anni a Roma sono durissimi. A vent' anni è a bottega dal siciliano Lorenzo Carli, poi da Antiveduto della Gramatica, infine dal potente Giuseppe Cesari (Cavalier d’Arpino).
Quest' ultimo gli affida l' esecuzione di quadri di genere, rappresentanti fiori o frutta. Il Merisi inventa un suo particolare repertorio, dipingendo giovani presi dalla strada e messi in posa con cesti di frutta e oggetti di vetro.
"Il bacchino malato" |
Uscito dalla bottega di Cesari, prova a mettersi per suo conto aiutato dall’ amico Prospero Orsi e dal rigattiere Costantino Spada che lo aiuta a vendere le sue opere.
La svolta della sua vita arriva quando Prospero Orsi lo segnala al potente Cardinal del Monte che lo immette in un ambiente culturale molto più stimolante.
In questo periodo l' artista esegue la Testa di Medusa, L' amore vittorioso, San Giovanni Battista, Giuditta e Oloferne. A partire dal 1599‐1600 diventa uno dei pittori più ricercati di Roma, le commissioni pubbliche e private si susseguono, come però anche le risse che lo costringono a fuggire da Roma a Genova nell’ agosto del 1605 e poi, con l’uccisione, a causa di un diverbio di gioco, di Ranuccio Tomassoni nel 1606, a vivere per quattro anni in esilio, tra fughe, agguati ed evasioni.
Prima si reca a Napoli (1606/1607), poi va a Malta (1607/1608), dove a causa dell’ennesima lite, viene imprigionato, riuscendo però a evadere.
"Davide con la testa di Golia" |
Nell’estate del 1610 si imbarca per raggiungere l’amata Roma su una feluca, dove però non riuscirà più a fare ritorno, forse sperando ancora di raggiungere quella Roma che gli aveva dato onori e riconoscimenti.
Una vita tormentata quella del Caravaggio, una parabola che si compie in meno di 39 anni.
L' artista muore in solitudine di "febbre maligna" il 18 luglio del 1610 in un ospedale di Porto Ercole. Pochi giorni dopo arriverà la grazia con il permesso di ritornare a Roma.
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