La Giornata internazionale
della donna (comunemente definita Festa della donna) viene celebrata in tutto
il mondo l’ 8 marzo di ogni anno per ricordare le conquiste e i diritti
sociali, economici e politici ottenuti.
In Italia nel settembre del 1944 , si creò a Roma l'UDI, Unione Donne in Italia,
per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia
del Lavoro e fu l'UDI a prendere l'iniziativa di celebrare, l'8 marzo 1945, la prima giornata della
donna nelle zone dell'Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta
della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con
la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in
tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo.
Nei primi anni cinquanta, anni di guerra fredda e del
ministero Scelba, distribuire in quel giorno la mimosa o
diffondere Noi donne, il mensile dell'Unione Donne Italiane (UDI), divenne
un gesto «atto a turbare l'ordine pubblico», mentre tenere un banchetto per
strada diveniva «occupazione abusiva di suolo pubblico». Nel 1959 le
senatrici Luisa Balboni, comunista, Giuseppina
Palumbo e Giuliana Nenni, socialiste,
presentarono una proposta di legge per rendere la giornata della donna una
festa nazionale, ma l'iniziativa cadde nel vuoto.
Il clima politico migliorò nel decennio
successivo, ma la ricorrenza continuò a non ottenere udienza nell'opinione
pubblica finché, con gli anni settanta, in Italia apparve un fenomeno nuovo:
il movimento femminista.
L'8 marzo 1972 la manifestazione della
giornata della donna a Roma si tenne in piazza Campo
de' Fiori: vi partecipò anche l'attrice statunitense Jane
Fonda, che pronunciò un breve discorso di adesione, mentre un
folto reparto di polizia era schierato intorno alla piazza nella quale poche
decine di donne manifestanti inalberavano cartelli con scritte inconsuete e
«scandalose»: «Legalizzazione dell'aborto»,
«Liberazione omosessuale», «Matrimonio = prostituzione
legalizzata», e veniva fatto circolare un volantino che chiedeva che non
fossero «lo Stato e la Chiesa ma la donna ad avere il diritto di amministrare
l'intero processo della maternità».
In
molte città d'Italia sono state intitolate all' 8 marzo strade e giardini.
Commenti
Posta un commento